Ci avviciniamo inevitabilmente alla data del 31 Dicembre 2020, e nonostante le svariate direttive europee e ministeriali, a causa forse di una scorretta informazione, c’è ancora qualcuno non a conoscenza degli obiettivi imposti dall’Europa in campo energetico.
Stiamo parlando del famoso “pacchetto” 20-20-20, ovvero della riduzione del 20% di emissioni di CO2 rispetto al 1990, dell’aumento del 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili e del miglioramento dell’efficienza energetica del 20%.

Sono obiettivi fondamentali stabiliti per il post-Kyoto, in cui l’Europa si impegnava a ridurre dell’8% le emissioni di anidride carbonica rispetto al 1990, al fine di perseguire quelle che sono le azioni necessarie per contrastare il cambiamento climatico dovuto alle emissioni di gas serra causate dall’inquinamento umano. E’ chiaro ormai che il comportamento irresponsabile dell’uomo durante questi anni di sviluppo ha prodotto ingenti e irreversibili danni, noncurante delle future ripercussioni.

Fortunatamente, prima con il protocollo di Kyoto e successivamente con l’accordo di Parigi, si è deciso di dare un forte segnale nella direzione opposta, ossia intraprendere una virtuosa sfida contro il surriscaldamento globale dovuto all’inquinamento.
Dopo questa dovuta premessa, raggiungere questi obiettivi è così complicato? Sicuramente risultano essere traguardi molto ambiziosi, ma non impossibili. Ad aiutare c’è la direttiva europea 2012/27/EU che aiuta a capire come raggiungere questi virtuosi traguardi imponendo agli Stati membri di definire obiettivi nazionali indicativi in materia di efficienza energetica per garantire che l’UE raggiunga il suo obiettivo principale di ridurre il consumo energetico del 20 % entro il 2020. Gli Stati membri sono liberi di adottare requisiti minimi più rigorosi per promuovere il risparmio energetico.
A dare l’esempio di sostenibilità energetica sarà la Pubblica Amministrazione, infatti dal 2018 le strutture pubbliche saranno adeguate agli standard europei affinché siano da traino per la cittadinanza. Mentre per i privati il termine ultimo per provvedere a interventi di ristrutturazione e/o adeguamento per ottenere un consumo di energia primaria pressoché pari a zero sarà fine 2020.
Il pacchetto 20/20/20 oltre ad effettuare un’azione di “riduzione”, ha anche una spinta economica molto forte. Infatti l’efficienza energetica è una grande opportunità per il rilancio di diversi settori della nostra economia, dai trasporti all’edilizia: ma soprattutto può essere una spinta allo sviluppo di nuove tecnologie sempre più efficienti e innovative. Quest’innovazione tecnologica porterà ad un’inevitabile competitività tra aziende, rilanciando numerosi settori industriali, generando nuovi posti di lavoro di qualità nei diversi ambienti connessi all’efficientamento energetico.

Il 14 gennaio 2020 è stato approvato in Parlamento il Green Deal per gli Stati Membri Europei. Tale decreto consiste in un piano di investimenti di 1000 miliardi di euro per i prossimi 10 anni a supporto della lotta contro il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale e la necessità di ridurre le emissioni di CO2. Una delle misure previste dal Green Deal è il Fondo per la Transizione Equa da 7,5 miliardi, destinato a tutte le spese per la decarbonizzazione dell’industria pesante, ovvero per dare sussidio a tutti quei paesi la cui economia e le cui industrie dipendono dall’utilizzo del carbone. Per l’Italia si stima che saranno devoluti 364 milioni di euro per la riconversione di diversi impianti industriali ad oggi alimentati a carbone, e in particolare per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto.
Per ulteriori informazioni riguardo questa manovra di transizione energetica è possibile trovare un articolo completo sul Green Deal e il Fondo di Transizione Equa per l’Italia qui

Vuoi scoprire di più sull’efficientamento energetico? Scrivici a info@reco2.it


Désirée Farletti
RECO2 Co-Founder